I T A L O

Sinossi

Ispirato a una storia vera, Italo Barocco racconta la tenera amicizia tra un cane straordinario e un bambino solitario. Italo, un randagio dall’aria buona, arriva in una mattina tiepida d’autunno nel paesino siciliano di Scicli. Al suo arrivo la città è in subbuglio: nessuno vuole saperne di cani randagi in giro. Nessuno tranne il piccolo Meno.

Meno ha dieci anni, ma uno sguardo già adulto e perennemente accigliato. Da quando sua madre non c’è più si è chiuso in se stesso. Ci vorrà tutto l’affetto di un cane speciale come Italo per farlo uscire dal guscio. E Meno si lascerà coinvolgere in una serie di avventure che gli insegneranno la differenza tra atteggiarsi adulto e diventarlo veramente.

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costumi

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parrucco

aiuto regia

casting

produttore esecutivo

organizzatore

disponibile

Italo

2014

104 minuti

Italia

Italiano

Inglese

Redcam

DCP / 24fps / 2.35 scope

dolby 5.1

colore

fiction – biografico, family

Alessia Scarso

Roberta Trovato

Carmelo Scarso

Marco Bocci, Elena Radonicich, Barbara Tabita, Vincenzo Lauretta, Martina Antoci, Matteo Korreshi, Lucia Sardo, Andrea Tidona, Marcello Perracchio, Tuccio Musumeci

Leo Gullotta

Coralla Ciccolini, Alessia Scarso

Coralla Ciccolini

Isabella Aguilar

Daria D’Antonio

Alessia Scarso

Marco Cascone

Giuseppe Busacca, Maria Rosa Carpinteri

Emanuele Cicconi

Fiorenza Cipollone

Valentina Iannuccilli

Roberta Mariani

Alice Filippi

Stefania Rodà

Luca Emiliano Pancaldi

Ognjen Dizdarevic

DCP / Bluray / Dvd

Chi era Italo

Se Italo non fosse mai esistito, di certo sarebbe nato dalla fantasia di uno sceneggiatore. Essendo esistito davvero, non poteva che essere il protagonista di un film. Italo era un cane, randagio, speciale. Una storia che chiedeva di essere raccontata. La trasposizione cinematografica di Italo non racconta solo la vita di questo straordinario “personaggio” ma è una vera e propria storia corale alimentata dagli intrecci degli abitanti di un intero paese che abbiamo costruito intorno a Italo. Il nostro obiettivo era realizzare una commedia brillante, ma al tempo stesso umana e toccante. Protagonisti, accanto ad Italo, sono tre bambini e tre adulti, sullo sfondo di una Sicilia piena di colore e tradizioni.

Era il 2009 e a Scicli, in seguito ad un brutto episodio di cronaca che aveva coinvolto un branco di randagi e un bambino, tutti i cani vennero presi e portati via dalla strada. Questo meticcio dal color miele arrivò a Scicli proprio in quel periodo. Qualcuno immaginò fosse rimasto solo dopo la morte del suo anziano padrone, qualcun altro lo credette abbandonato da un clochard. Ma Italo non ha mai voluto raccontare a nessuno la sua storia. Stranamente al suo arrivo la psicosi da randagio cominciò ad affievolirsi, e lui non incuteva certo paura. Scelse la via Mormina Penna, a Scicli, in Sicilia, patrimonio Unesco dal 2002, come sua nuova dimora perché lì fu sicuro di poter mangiare, davanti ai locali ristorativi. E iniziò a frequentare messa, nella chiesa di San Giovanni in piazza. Il parroco si arrabbiò: può un cane entrare in chiesa? E mise fuori un cartello: “È vietato ai cani entrare”. Italo finse di essere analfabeta e andò a messa ugualmente. Passò qualche tempo e imparò i tour delle visite guidate. Iniziò a precedere i turisti, a instradarli. Il cane entrò definitivamente nell’immaginario popolare in occasione del funerale di un giovane morto in un incidente stradale. La notte precedente il funerale fece la veglia davanti alla chiesa e il giorno dopo tra lo stupore di tutti, aprì il corteo funebre davanti alla bara.

Chi fu Italo? Cosa fu Italo? La reincarnazione di qualcuno che ha amato Scicli, risponde il popolo. Presidiava il centro storico Unesco, inseguiva le auto in transito nella zona a traffico limitato, abbaiando. La domenica andava a messa. Partecipava a funerali, matrimoni, feste religiose. Andava a salutare i bambini all’uscita di scuola e, in un memorabile fuori programma, entrò in scena durante la festa delle Milizie, quando l’emiro Belcane apostrofa il Conte Ruggero: “Cane d’un cristiano”. E lui lì sul palco. Il sindaco, l’anno successivo fu costretto a emettere ordinanza: durante la festa Italo deve essere tenuto al guinzaglio, non si sa mai conceda il bis… Una nobildonna infine spese 2mila euro per far realizzare la statuina del presepe in cui a Natale Italo ha fatto la sua apparizione. Accanto al bue, all’asinello, al bambin Gesù. Fantasie? Tutto documentato, fotografato, filmato.

Italo è venuto a mancare il 31 gennaio 2011, lasciando un vuoto in tutto il paese.

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Note di regia 

“Il 15 marzo 2009, nelle campagne di Scicli, in provincia di Ragusa, un branco di cani randagi ha attaccato un bambino, uccidendolo. Nella stessa città e nello stesso periodo arriva un randagio che conquista l’affetto dell’intera comunità fino a diventarne beniamino. Da questi due fatti di cronaca, e dal mio incontro con lui, Italo, compagno di un pomeriggio d’estate, prende spunto il film.

La Sicilia è notoriamente terra di contraddizioni esposta all’arrivo di stranieri, dominatori, che allo stesso tempo l’hanno soggiogata e arricchita. “Italo Barocco” fotografa un’immagine della Sicilia che si misura con l’accoglienza da un punto di vista inedito. È la storia di un paese ferito che riesce, superati pregiudizi e diffidenze iniziali, a ricevere l’altro. Anche se lo straniero in questo caso è un randagio amabile e benevolo.

E’ la storia di un’amicizia tra un bambino solitario e taciturno e un cane speciale. Carmelo, detto Meno, e Italo. Non solo quindi le vicende di un cane singolare realmente esistito, che andava a Messa e guidava i turisti, ma anche un racconto di formazione. Sullo sfondo di quest’amicizia si muovono gli altri personaggi, gli abitanti del paese. Personalità che caratterizzano fortemente la piccola comunità in cui la storia si sviluppa, come il sindaco, la maestra, l’assessore, le comari, i vecchietti che trascorrono le giornate in piazza su una panchina, personaggi estrapolati dalla schietta quotidianità che, con le loro peculiarità, danno pennellate di colore e autenticità alla storia.

La Sicilia viene spesso raccontata come reticente, questo film vuole più volentieri mostrare la genuinità di questa terra, l’arguta autenticità dei suoi abitanti, alleggerendo con natio umorismo le sue apparenti contraddizioni, tutto sospeso un palmo sopra la realtà, uno sotto la fantasia. La messa in scena indugia sull’architettura settecentesca tardobarocca delle ambientazioni, sulla pietra dura delle grotte nelle cave naturali scavate dai secoli, trapassando scorci e raffigurando paesaggi delle città di Scicli e Modica, componendo un affresco fantastico della Sicilia moderna baciata dall’Unesco, con una manifestata e citata ammirazione nei confronti dei pittori contemporanei che hanno scelto questi luoghi come scenario per le proprie raffigurazioni.

 Una storia vera incredibile, inseguita, romanzata e scritta con passione, che ha commosso intensamente chi l’ha letta, determinando un cast eccezionale, raro ed unico per un’opera prima, del quale mi inorgoglisce particolarmente la partecipazione dei maggiori esponenti attoriali che la Sicilia vanta in questo momento, oltre ai prestigiosi cammei, uno su tutti quello di Piero Guccione. Una storia vera che ha determinato affezione nei luoghi e momenti delle riprese e nelle successive lavorazioni tecniche, seducendo e conquistando chiunque ne abbia incrociato il corso degli eventi, quasi come si incontrasse lui in persona, Italo.

E parimente le vicende dei due nuclei di questo film, adulti e bambini, si intrecciano nell’incontro con Italo. Ognuno di loro affronterà un cambiamento, specie Meno, che troverà attraverso questo fantastico randagio la chiave di volta per crescere. Ma Italo non apparterrà mai a Meno, nè a nessuno. Italo è un dono, il cane di tutti e di nessuno, e amatissimo andrà via lasciando un insegnamento che sarà più forte della sua presenza.”

Alessia Scarso

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